Il racconto della Luna n.2



Solcava una vela il mar di stelle
ch'alla chiglia di cielo spezzava l'universo
e il canto suo, disio
di sì piena luce.
Volgeva un vecchio i sogni alle stelle
nella piangente veglia
ch'il vento consolava alle sue stanche vesta.
Giacomo Soraperra (Il fiore di carta) 


1 Agosto 2016

Sarei potuto rimanere a casa. In fondo, non c'era nessuno che potesse rompermi i coglioni. Però, sapete, sotto le stelle ci si sente meno solo. Se poi aggiungete il jazz in spiaggia, bene... Non serve spiegarsi.
La velocità del tempo è disarmante. Anzi, è più corretto dire che la sua "percezione" è disarmante: sono qui da quasi una settimana (4 giorni, "quasi una settimana"!) e mi pare d'aver appena voracemente divorato il profumo di Rosignano: un magico misto di salsedine, resina di pino e bicarbonato. Un magico sapore che per me significa "casa". E ricordi.
Non nego d'esse dispiaciuto, in buona parte. Passando le giornate in salotto, i libri davanti, è difficile tener conto delle ore e degli sprechi. Dio santo, fino a 4 anni fa il problema maggiore era farle passare, le dannate ore fra un bagno e l'altro a colpi di fiches, sogni e cazzate. Ma sapete, ora siamo diventati grandi.
E fa schifo.
In buona parte.

Quel che mi dispiace maggiormente, com'è ovvio, è che la compagnia si sia dispersa: chi lavora, chi si perde, e chi si illude; chi cerca un sorriso che per una notte lo infiammi, chi rimpiange il suo lontano, chi vede ben oltre un semplice riso. Eravamo ragazzi spensierati, guardateci adesso: il futuro è nostro, ci siamo dentro fino al collo... Tanto da riuscire a malapena ad incrociarci.
Il jazz scivola fra pelle e muscoli, mette in vibrazione il sangue. Chissà perché, però, gela il cuore.
Che dire di me, il più coglione fra i sognatori: a volte mi struggo pensando al routinario volger di pagina, uguale e diverso ogni giorno, e a quanto ancora mi toccherà aspettare prima di poter agire davvero. E penso alle mie parole, mi chiedo se mai saranno lette.
No, mento: penso a da quante persone saranno lette.
Poco male: se siete arrivati fin qui, tanto vi conviene finire il brano: non credo durerà ancora a lungo...

Dio, il lavoro arretrato: la Rosa, il Flusso, e adesso questa nuova bischerata che due giorni fa mi ha strappato 4 pagine dal cuore. Una buona idea, in realtà. Forse la migliore; di certo (e un demone in me qui si bagna capriccioso) la più commerciale. Non la condividerò apertamente, però: questa spero mi porterà all'attenzione di qualcuno...
Futili sogni: non bastano mai.

Alzo gli occhi: da quanto tempo sono arrivate le nuvole? Addio stelle, per stasera.
Poco male: guarda che mare... Se non fossi così cieco magari lo vedrei davvero, al posto di quella massa nera informe e tremolante.
Ma so che c'è: ne sento il profumo.


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